venerdì, febbraio 17, 2006

I 75 anni della Radio Vaticana - intervista


«Strumento per la libera comunicazione del messaggio del Papa a tutto il mondo». È la Radio Vaticana secondo la definizione di padre Federico Lombardi, gesuita, dal 5 novembre scorso direttore generale dopo quasi un quindicennio trascorso nel ruolo di direttore dei programmi. L'emittente pontificia compie 75 anni oggi, avendo iniziato le trasmissioni il 12 febbraio 1931, con il primo radiomessaggio, in latino, di Pio XI. «Unità, pace, verità, amore» restano le caratteristiche di fondo del servizio della Radio Vaticana alla Chiesa universale, in un'epoca in cui la radiofonia sta trovando nuovo spazio e nuova vita, dopo anni in cui sembrava schiacciata dalla televisione. Per l'emittente della Santa Sede, per statuto affidata alla Compagnia di Gesù, il servizio alla Chiesa universale si realizza all'insegna della «multiculturalità e del multilinguismo».

«Come la Chiesa è per sua natura universale - precisa padre Lombardi - così l'emittente è originariamente universale, non legata ad un punto di vista, italiano o eurocentrico. Fa parte della nostra stessa identità l'essere capaci di integrare in un'unica missione le differenti culture, per vincere la sfida di riuscire a tradurre un messaggio comune in culture e lingue diverse ed in maniera adeguata ed appropriata rispetto ai diversi contesti. Proprio la consapevolezza che tutti noi abbiamo della missione e dei compiti che dobbiamo svolgere costituisce il presupposto per realizzare una buona integrazione».

A questo proposito, padre Lombardi rileva l'importante ruolo dei laici, che costituiscono la maggioranza del personale e l'integrazione che viene realizzata con i gesuiti e i sacerdoti diocesani che collaborano. Se 75 anni non sono pochi, il patrimonio di esperienze e conoscenze acquisite si deve confrontare con le nuove sfide, tecnologiche e contenutistiche, dell'immediato futuro. Per quanto riguarda i contenuti della programmazione, si tratta di «individuare delle frontiere importanti nel mondo di oggi, quali possono essere il dialogo con le altre culture e religioni, sapersi rivolgere ai popoli dell'Asia, tenere conto dei bisogni dell'Africa, essere
attenti alle potenzialità dell'America Latina, tutti settori su cui ci sentiamo in prima linea». L'altra grande sfida riguarda la tecnologia, dal satellite agli sviluppi di internet, che offrono possibilità nuove ed in parte ancora inedite per un'effettiva possibilità di rivolgersi a tutto il mondo.

«Quindici anni fa - precisa padre Lombardi - siamo entrati nell'era delle comunicazioni via satellite, oggi invece ci sfida la comunicazione attraverso internet. Irrompono veramente delle frontiere nuove e lo sviluppo che ad esempio stiamo imprimendo al sito, come vettore della multilinguisticità ed universalità della radio, ci sta ponendo per davvero in prima fila all'interno di tutta la Chiesa».

Ma senza dimenticare i più poveri, che in questo caso vuol dire tutti coloro che subiscono il «divario digitale». «Non dobbiamo dimenticare di fornire un'offerta alla portata effettiva dei nostri potenziali ascoltatori. Per chi non può dotarsi di strutture tecnologiche comunque
costose, poco diffuse o poco di massa fuori dall'Occidente, la Radio Vaticana
continua a rendersi disponibile sulle onde corte, primo veicolo di trasmissione
e di ascolto, pur sperimentando anche in questo ambito nuove tecnologie digitali».

L'altra sfida, che dura da 75 anni e prosegue, è di coniugare sviluppo e risorse economiche disponibili. Qui si vince «seguendo la convinzione di avere un messaggio importante da offrire. Una convinzione capace di alimentare impegno e creatività per trovare soluzioni efficaci e positive in uno scenario di grande economia di risorse».
di Fabrizio Mastrofini - Avvenire 12 febbraio 2006

Altre informazioni (audio)
Il museo della radio Vaticana

giovedì, febbraio 16, 2006

Ai cinesi piace l'Africa

Ai cinesi piace l'Africa. Radio Cina Internazionale ha lanciato a Nairobi, la capitale del Kenya, una nuova emittente in FM che trasmette 19 ore al giorno in kiswahili, inglese e cinese. I cinesi sono già presenti in Africa con alcuni relay e la radio governativa serve tutto il continente in onde corte. Ma è evidente che l'interesse di Pechino cresce ancora. In particolare punta a intensificare gli scambi economici con il Kenya e l'Africa Orientale. In qualche modo il tentativo è di sostituirsi agli inglesi e alla loro BBC.

Per approfondire l'argomento è possibile leggere l'articolo di Cathy Majtenyi su VOAnews

Cuba, la guerra dei media

Siamo in molti ad avere ascoltato, con ottimi segnali, in questi giorni, anzi notti, Radio Republica su 6010 kHz. Si tratta dell'annesima radio anticastrista messa on air dai cubani in Usa, concentrati soprattutto in Florida, e sostenuti dal governo USA e soprattutto dai repubblicani, la destra amerciana.


In queste settimane la guerra dei media intorno a Cuba sta riprendendo vigore. Radio Republica è operata dal Directorio democratico cubano, organizzazione che in passato si fregiava anche del titolo "Revolucionario", tolto però dal proprio nome forse per dare un'immagine più rassicurante. In effetti anche la programmazione di Radio Republica appare più soft, più anglosassone che latina nella forma. Molta cultura e spazi dedicati ai giovani. Magari perchè ci si è resi conto che la propaganda troppo marcata e sfacciata non funziona. Il Directorio appare comunque legato a organizzazioni governative USA o ad associazioni non governative, ma legate al mondo politico repubblicano. In questo modo si è assicurato fondi non indifferenti.
Un fatto curioso. Radio Repubblica per diversi giorni annunciava anche la frequenza dei 5965 kHz su cui non operava, ma non quella effettiva di 6010 kHz. Così i burocrati dell'Havana deputati ai jamming, le radio che trasmettono rumore per disturbare le emissioni sgradite, si sono gettati sui 5695, dove però in realtà opera proprio Radio Havana, l'emittente internazionale del governo cubano. Risultato: i cubani si sono autodisturbati per diversi giorni. Tutto ciò fa ridere, ma è anche la misura della tensione esistente nell'area e dell'importanza data i media.
Glenn Hauser, con cui ho avuto uno scambio di mail in questi giorni a proposito di questa nuova emittente, sostiene che il trasmettitore possa trovarsi però non negli Stati Uniti, ma in Europa o, più probabilmente in Nord Africa. Qui, in Marocco, sono presenti molti trasmettitori dell'IBB, il potente International Broadcasting Bureau, finanziato dal Congresso americano per sostenere la propaganda statunitense nel mondo.

Intanto sul Miami Herald in questi giorni è comparso un articolo che racconta come Radio Martì si stia preparando a usare una stazione radio volante, per superare appunto il muro di jamming messo su dal governo cubano. Il velivolo porterà le antenne trasmittenti più vicino all'obiettivo per rendere più facile l'ascolto di Radio Martì sull'isola assediata.
Radio Martì si ascolta anche in Italia, sui 6030 kHz e altre frequenza. L'emittente è sostenuta dal governo di Washington e può contare sull'aiuto dell'IBB e dei suoi tanti trasmettitori sparsi per il mondo.

Per approfondire:

Glenn Hauser DXLD 3 gennaio 2006 (vai alla voce CUBA)

Directorio Democratico Cubano

Radio Republica

Miami Herald su Radio Martì

International Broadcasting Bureau

Radio Martì

La Turchia parla italiano in onde corte

A sorpresa, e in controtendenza, la Voce della Turchia il 1° gennaio ha inaugurato una trasmissione in italiano sulle onde corte. La frequenza è 6185 kHz (banda dei 49 metri), l’orario 18.30-19. Una mezz’oretta divisa in tre fasce. La prima dedicata alle notizie, la seconda alla rassegna della stampa turca, la terza alla cultura turca. Il 1° gennaio quest’ultima è stata dedicata a Leyla Gencer, famosa soprano turca che raccolse molti successi anche alla Scala di Milano.
La novità radiofonica rappresenta un evento ormai più unico che raro. Negli ultimi 20 anni le trasmissioni nella nostra lingua si sono ridotte a vista d’occhio, scomparendo dalle onde corte una dopo l’altra. Dalla britannica Bbc fino al grosso delle radio dei Paesi dell’Est, un gran numero di emittenti ha deciso di risparmiare tagliando le redazioni italiane.
La ragione di questa scelta turca appare squisitamente politica. Il governo di Ankara vuole entrare nell’Unione europea, ma le resistenze sono forti. A iniziare dall’opposizione austriaca. Per vincerle si è deciso di puntare anche sulla comunicazione.

Radio Giovanni Paolo II

Nuova emittente onde medie e FM

Da qualche giorno è attiva una nuova emittente: Radio Giovanni Paolo II, ascoltata da diversi DXer in questi giorni in onde medie, ma che è on air anche in FM.
La nuova radio è veneta (area del Garda) trasmette oltre che su 1620 kHz anche su 94,9 MHz in FM dal Monte Pastello. Il presidente, Eliseo Mischi, mi ha spiegato che si tratta di una radio pensata in particolare per i giovani, che avranno ampio spazio nella programmazione, una volta che questa sarà a regime.
I proprietari dell'emittente hanno anche Radio Happy Days, in FM, già ben radicata nel territorio del Basso Garda veneto. Questa opera su 91.5 e 94.7 MHz, con i tx a Colle San Lorenzo (non lontanto da Peschiera).
La radio è privata e non ha nulla a che vedere con Vaticano, Conferenza episcopale italiana, Diocesi o altra associazione cattolica.
Rapporti di ascolto possono essere inviati a video75@libero.it (all'attenzione di Eliseo Mischi, presidente)
- Vedi anche il blog MW -

L'Italia delle radio libere


Il 21 dicembre, mercoledì, alle 8.00 e alle 00.35 su RAI Educational e RAI 3 andrà in onda il documentario "I Cento Fiori. L'Italia delle radio libere", di Amedeo Ricucci e Stefano Dark, regia di Maurizio Carta e Amedeo Ricucci. Realizzazione Road Television e raccontato da Christian Iansante per «La storia siamo noi» - Rai Educational (dir. Giovanni Minoli).

Dal comunicato stampa:
Suoni, colori, emozioni: a 30 anni dall'inizio del fenomeno "radio libere" il più completo documentario televisivo realizzato sull'argomento in Italia.
Il 1975 è l'anno in cui, tra musica, impegno, nuovi linguaggi e partecipazione del pubblico, si levano le prime voci locali che bucano il monopolio pubblico Rai. Una libertà d'antenna esplosa e sancita con modalità del tutto impreviste.
I due autori de "I Cento Fiori" condensano in un'ora le premesse storiche antecedenti il '75 (tra cui lo svecchiamento di radio Rai dagli anni '60 con l'arrivo di memorabili programmi giovanili) e da lì, grazie alla raccolta di documenti e testimonianze di grande valore, ricostruiscono con perizia quella irripetibile stagione e i suoi sviluppi, attraverso singole storie di radio (molte le stazioni in fm sulle quali ci si può più o meno sintonizzare.) e toccando alcuni temi relativi (la società, la politica, i mass-media, i consumi.). Come in un vero programma radiofonico Renzo Arbore, Fausto Terenzi, Piero Scaramucci, Federico l'Olandese Volante, Renzo Rossellini, Marco Baldini sono solo alcuni nomi nel coro delle tante voci protagoniste che ci raccontano, insieme alle avvincenti immagini e alle rarissime registrazioni dell'epoca, la portata di un'epopea tutta italiana: quella delle radio libere.
Con l'occasione, ringraziamo le persone che in ogni modo ci hanno aiutato a realizzare questa "pagina" di storia collettiva. Un lavoro che mancava, dal quale inoltre è stata realizzata anche una versione estesa su un volume (in libreria dalla primavera 2006 sarà possibile leggere "Libere. L'epopea delle radio italiane degli anni '70" a firma di Stefano D'Arcangelo).

Amedeo Ricucci e Stefano Dark
in collaborazione con www.fm101.it e www.stelleinfm.it

Radio Tirana, un Paese in crisi

Un po' tutti segnalano che Radio Tirana sulle onde corte è off. A metterla fuori combattimento è la grave crisi energetica che sta attraversando l'Albania. Al momento sono on air solo le emittenti straniere com Radio Cina Internazionale e Trans World Radio (religiosa protestante) che usano gli impianti albanesi, pagando in moneta pregiata. E' evidente che c'è ancora molto da fare per ricostruire il Paese delle aquile.
I più giovani non se lo ricordano, ma a suo tempo, negli anni Settanta, Radio Tirana con i suoi programmi in italiano era anche un piccolo mito. Allineata su posizioni rigidamente filocinesi e maoiste i suoi notiziari erano sull'ideologico esilarante. Altri tempi. Comunque anche oggi da quelle parti non se la passano esattamente bene.
Vedi il sito di Radio Tirana

Nuovo trasmettitore Rai in onde medie a Coltano (Pisa)

A Coltano, in provincia di Pisa, la Rai sta mettendo a punto un nuovo trasmettitore da 100 KW, utilizzando il vecchio apparato di Firenze. Trasmetterà in onde medie, sui 1062 kHz. La decisione è stata presa dopo che si è constatata l'impossibilità di mettere in funzione il sito di Roma Blera. La Rai si è trovata contro tutti e il ricorso al Tar del Lazio è stato respinto. L'elettrosmog rifiutato dai romani sarà riversato sulle campagne toscane. I tecnici Raiway sono quindi al lavoro non lontano dalla palazzina usata da Guglielmo Marconi nel 1903 per le sue prime trasmissioni su lunga distanza (vedi altro post in questo blog). Stanno installando una nuova antenna (vedi) (dal sito di Andrea Borgnino).

Marconi e il caso Coltano


L'Italia è un Paese singolare. Non ama i suoi tesori. Non riesce a valorizzarli. Li getta via, mentre potrebbe farne fonte di ricchezza culturale ed economica. I musei, si sa, sono quello che sono. Ma pensiamo anche alla storia della radio. Nel novero degli italiani possiamo contare anche Guglielmo Marconi. Il genio dal forte senso pratico che ha "dato vita" alla radio. Una scoperta, o un'applicazione di principi fisici conosciuti ma non utilizzati, che ha cambiato il mondo. Il suo panfilo, l'Elettra, un mito della storia della tecnologia è andato perso. Ma anche la storica palazzina di Coltano, in provincia di Pisa, è in stato di abbandono. Eppure anche qui si sono scritte pagini importanti della storia delle omunicazioni mondiali. In questa località Marconi installò nel 1903 un grande impianto utilizzato per le trasmissioni a lunga distanza con un trasmettitore a scintilla. Scrive, inoltre, Andrea Borgnino: Dal 1919 al 1924 viene gestito dalla Marina come importante centro di trasmissione ma soprattutto dal 1930 passa al ministero delle Poste e Telegrafi e diventa uno dei più importati centri radio marittimi e radiotelefonici europei. La seconda guerra mondiale distrugge purtroppo sia le antenne che il fabbricato trasmettitori P.T. lasciando quasi intatta la palazzina Marconi lasciata oggi al completo degrado.
Basta guardare queste immagini per rendersente conto: http://www.mediasuk.org/archive/coltano/oggi.html.
Altre informazioni: http://www.mediasuk.org/archive/coltano/storia.html. (dal sito di Andrea Borgnino)

La domanda è semplice: perché non restaurare la palazzina, in collaborazione magari con l'Associzione radioamatori italiani, e adibirla a museo, centro didattico e centro di attività radioamatoriale? Se n'era parlato tempo fa ma poi non è successo nulla. Leggi Newton on line