giovedì, aprile 19, 2012

La storia passa da Radio Busto Arsizio, in onde corte


La notizia della fine della guerra, il 25 aprile 1945, venne diffuso per la prima volta da Busto Arsizio in onde corte. Giovanni Lombardo, fu tra i protagonisti di quel momento storico. Il suo ricordo su Avvenire.

di Giovanni Lombardo

Nell'aprile 1945 esisteva in Busto Arsizio un centro radiotrasmittente a onde corte di proprietà dell'Eiar. I programmi da trasmettere erano eseguiti a Milano nelle sedi di corso Sempione, oppure in quella
di Morivione e andavano in onda col nome di «Radio Tevere».
In Busto non esistevano locali, né tanto meno studi, per l'esecuzione di programmi, né possedevamo apparecchiature atte alla ripresa sonora: in via Mentana 7 disponevamo di un piccolo appartamento destinato a ufficio e magazzino. È opportuno ricordare che la caratteristica delle onde corte è di potere
essere ricevute solo a grande distanza. Così era impossibile essere ricevuti per esempio da Busto a Gallarate o a Legnano, mentre invece era facilissimo essere ascoltati in Africa, Sicilia o in qualsiasi altra parte del mondo.

Il centro radio era presidiato da un piccolo gruppo (sei) di militari tedeschi, che pernottavano in una stanzetta attrezzata con due letti a castello. Di giorno invece intorno alle 12 erano soliti recarsi a casa loro e alle 16 ritornavano al centro radio. Intorno al 10 aprile circa, nell'intervallo di riposo del presidio tedesco, arrivò – cosa insolita – un'automobile dalla quale scesero tre persone di cui due armate con mitra.

Il terzo signore chiese di parlare con me e con mio sommo stupore disse, in perfetto italiano, di essere un agente segreto americano dell'Oss, Missione Chrysler, di chiamarsi Aldo Icardi, nativo di Pittsburg. Soggiunse che da quel momento i trasmettitori dovevano considerarsi occupati dalle truppe alleate; che non dovevano mai più trasmettere i programmi provenienti da Milano e che invece avremmo
dovuto trasmettere programmi prodotti nella sede di Busto Arsizio.

Feci subito presente al tenente Icardi l'impossibilità di realizzare quanto da lui richiesto perché sprovvisti di ogni materiale. Egli non volle sentir ragioni: probabilmente non credeva alle mie parole; poi promise di farci avere qualche apparecchio che poteva esserci utile. Mantenne la promessa
e dopo alcuni giorni mi inviò due magnifici microfoni americani, nuovi di zecca, ad altissima fedeltà: ignoro dove li abbia recuperati. A questo punto è chiaro che restavamo impegnati a fare quanto Icardi ci aveva ordinato e che da parte nostra era necessario predisporre le apparecchiature indispensabili
alle riprese sonore. Così all'insaputa dei tedeschi procurammo quanto necessario e cioè accumulatori, giradischi, valvole termoioniche e costruimmo con mezzi di fortuna gli apparecchi: amplificatori, dosatori, miscelatori, eccetera. Il materiale era acquistato «a credito» su piazza. I nego dell'Istituto
«La Provvidenza» di Busto. Mi disse di essere parroco di Lesa (No) e che era informato in merito alle trasmissioni autonome; aggiunse che – a suo parere – era indispensabile che i testi fossero idoneamente controllati e che lui sarebbe stato disposto a svolgere tale compito. E così in seguito fu fatto. «Don Carlo» si dimostrò persona degna di fiducia, dotata di profonda cultura. Mi disse che quanto prima mi avrebbe fatto conoscere altre persone interessate alle trasmissioni e così mi presentò Enrico Tosi, presidente del Clnai, e il tenente colonnello Oggioni, comandante della piazza di Busto Arsizio.

Nel frattempo predisponemmo ad auditorio l'unica stanzetta nel fabbricato di via Mentana: provvedemmo ad attaccare alle pareti alcuni teli di cotone per ridurre i tempi di riverberazione e rendere così più chiare le parole. Su un tavolo predisponemmo microfono, giradischi, amplificatore, dosatore e miscelatore. Soggiunsero però giorni caldi; il Comando tedesco ci diede ordine di smontare i trasmettitori per provvedere al loro trasferimento. Che fare? Nel contempo, al pomeriggio, due aerei cominciarono quotidianamente a farci visita; quanta paura, pensavamo che ci avrebbero mitragliato, ma
invece mai hanno aperto il fuoco: in seguito apprendemmo che venivano solo per controllare se c'erano indizi di trasferimento degli impianti. Chissà quante belle fotografie avranno fatto. Decidemmo di agire con massima lentezza; non solo, ma anche fingendo di smontare, cioè staccando e riattaccando
i cavi elettrici delle apparecchiature. Bisogna dire che i tedeschi lasciavano fare, o perché non si rendevano conto, oppure perché – consapevoli di una prossima conclusione negativa delle loro vicende – trascuravano la sorveglianza.

Intanto gli avvenimenti incalzavano, arrivammo al punto da essere fonicamente isolati, cioè nessun programma perveniva da Milano e il telefono di servizio non funzionava più. Il capo del drappello tedesco mi disse che loro si sarebbero allontanati definitivamente e aggiunse: «Non abbiamo minato gli
impianti, non l'abbiamo fatto e non lo faremo, lasciamo tutto in ordine».

Così finì il presidio tedesco. Se non ricordo male mi pare che fosse il 23 aprile. Rincuorati passammo ad occuparci del fantomatico auditorio di via Mentana. Tutto fu fatto nel miglior modo possibile: eravamo pronti per le necessità. Alle 21 circa di mercoledì 25 aprile 1945 giunsero Tosi, Oggioni e altre persone. Chiesero di vedere gli apparecchi da noi costruiti, li esaminarono, ci fecero tante domande: erano stupiti e dissero che avevamo lavorato bene e che si poteva cominciare a trasmettere.

Erano circa le 22. Invitati i presenti al silenzio iniziammo a mandare l'inno del Piave; indi, in dissolvenza, Vanna Tongiorgi disse al microfono: «Attenzione, attenzione, qui Radio Busto Arsizio, stiamo per trasmettere un importante comunicato». L'annuncio fu ripetuto tre volte. Quindi il professor Nino Miglierina lesse con voce solenne lo storico comunicato: «Per proclama del Comandante della piazza militare di Busto Arsizio si dichiara decaduto il regime fascista repubblicano e si esorta la popolazione alla calma e al rispetto delle leggi civili e militari dell'8 settembre 1943, rientrate
in vigore. Cittadino italiano, tu che hai sofferto per la tua Patria ancora una volta calpestata dal barbaro nemico, l'ora della tua liberazione è giunta. Lavoratore, ancora per qualche giorno controlla ogni tentativo di distruzione delle tue macchine, delle tue officine, delle tue fabbriche, delle centrali elettriche. Salva la tua ricchezza di domani. Industriali,  disponete perché il lavoro continui, perché le mense aziendali non abbiano a subire interruzioni. Donne, siate degne dell'ora che volge. Italiani
tutti, al vostro posto per la battaglia!».

Le trasmissioni autonome di Radio Busto Arsizio furono di notevole importanza. A quell'ora nessuno
sapeva in Italia quanto avveniva. Le stazioni Eiar in onda media non trasmettevano; i giornali non venivano stampati. La notizia diramata dalla nostra stazione radio fu ricevuta con chiarezza anche a Palermo e in America, dove fu ritrasmessa e non è esagerato dire che fece il giro del mondo, tornando in Italia prima che iniziassero a trasmettere le stazioni Eiar in onda media e prima ancora che fossero pubblicati i giornali.

Insomma Radio Busto Arsizio è stata indubbiamente la prima in assoluto a dare notizia al mondo di quanto avvenne in Italia il 25 aprile 1945. E fu sempre la prima a dare informazione della morte di Mussolini, notizia che ci fu portata personalmente dall'agente americano Icardi. Da quel momento in poi le trasmissioni si susseguirono con regolarità. A partire dal 27 aprile ne abbiamo fatte di due tipi: una per invio notizie al Sud Italia da parte di congiunti residenti al Nord, l'altra per richiedere notizie alla Croce Rossa in merito a militari di cui non si sapeva nulla. Furono entrambe trasmissioni di grande successo. Al mattino, prima ancora di aprire il portone della sede, lungo la strada si formavano folti gruppi di persone che si disponevano disciplinatamente in lunga fila in attesa di consegnare il messaggio da inviare.
Avvenire 19 aprile 2012

1945, Busto Arsizio in onde corte

L'annuncio della fine della guerra venne diffuso dalla radio da Busto Arsizio alle 22 del 25 aprile 1945 in prima assoluta, almeno 12 ore prima dell'analogo comunicato diffuso da Milano


Busto Arsizio (Varese) 10 aprile 1945: nessuno avrebbe potuto immaginare che il centro trasmittente dove l'Eiar (la Rai del tempo, controllata dalla Repubblica sociale) aveva la sua residua potenza in onde
corte, stava per passare alla storia. È ancora meravigliato l'allora capo-centro ingegner Giovanni Lombardo, classe 1915 ma con tutti i suoi ricordi perfettamente in ordine, che ha voluto consegnare la sua personale e diretta esperienza in esclusiva ad Avvenire.

Quel giorno a Busto, ancora sotto regime repubblichino, si presenta un agente americano in auto, con due partigiani e ordini precisi: «Gli impianti sono a nostra disposizione; è come fossero occupati dagli
Alleati»... Tutto ruota intorno allo storico annuncio della fine della guerra, diffuso da Busto alle 22 del 25 aprile 1945 in prima assoluta, almeno 12 ore prima dell'analogo comunicato diffuso da Milano. Lo scoop di Busto venne preparato in 15 giorni: americani e partigiani riuscirono a recapitare le minime strutture per uno studio improvvisato, che già dal 20 aprile era pronto in un appartamento collegato via cavo alle antenne che i tedeschi – intanto – immaginavano di smontare.

Per comporre la redazione si fece vivo un sacerdote, don Federico Mercalli, contatto con altissime
personalità della Resistenza come Enrico Tosi, capo del Comitato di liberazione Alta Italia, che diverrà poi deputato Dc, e il comandante militare di piazza. Tutti erano stati senz'altro preavvertiti da Icardi che – in inglese – di notte usava la stessa radio per comunicare con gli Alleati.

Tutto era dunque accuratamente pianificato: Busto era stata «scoperta» dagli americani con accurate ricognizioni alla ricerca degli impianti trasferiti al Nord dopo la liberazione di Roma, quando l'Eiar aveva evacuato anche il centro radio imperiale di Prato Smeraldo, responsabile del vasto servizio in onde corte italiano. Due trasmettitori erano finiti nella cittadina lombarda a servizio della Repubblica Sociale e di «Radio Tevere», un'emittente che fingeva di trasmettere da Roma. Dobbiamo all'ingegner Lombardo la ricostruzione delle fasi concitate che condussero all'annuncio della Liberazione.

Casualmente, la voce femminile che alle 22 del 25 aprile annunciò la Liberazione era quella della dottoressa Vanna Tongiorgi, amica dei coniugi Lombardo, che di lì a poco sarebbe divenuta una dei maggiori fisici italiani, per lunghi anni impegnata col marito Giuseppe Cocconi in America e al Cern di Ginevra. Chi lesse il comunicato completo fu invece Nino Miglierina, insegnante e successivamente condirettore del quotidiano varesino La Prealpina. Radio Busto Arsizio ha dunque preceduto tutti. A quell'ora a Milano Morivione l'Eiar della Rsi era ancora attiva, ma solo alle 9 del giorno seguente
fu letto il comunicato della liberazione.  L'ingegner Lombardo, di origini siciliane, ricorda con gioia che proprio Il Giornale di Sicilia del 26 aprile uscì con la notizia della liberazione ascoltata da Busto Arsizio. Altro particolare curioso è che il 1° maggio di quell'anno fu celebrato dall'emittente con la trasmissione della messa in diretta dalla chiesa principale di Busto...

Oggi nel luogo dello studio di via Mentana c'è un palazzo recentissimo, mentre le antenne (che per una decina di anni ancora trasmisero i rinati programmi internazionali della Rai) furono smantellate
con la ricostruzione di Prato Smeraldo alle porte della capitale; grande centro che pure non c'è più in seguito alla cessazione delle onde corte italiane nel 2007. Agli uomini di quella straordinaria esperienza, però, non tutto andò bene. Il tenente Icardi rimase coinvolto in un processo per l'accusa (rivelatasi poi infondata) di aver ucciso un altro ufficiale americano, mentre Giovanni Lombardo fu addirittura licenziato ai primi di maggio 1945 per aver permesso quelle trasmissioni «senza autorizzazione»...

L'ingegner Lombardo, che oggi vive a Torino, passerà dunque la sua vita come professore di elettrotecnica nelle scuole superiori; ma forse la Rai non farebbe certo cosa sbagliata se lo «riabilitasse» come un eroe di quei giorni difficili.

di Luigi Cobisi, Avvenire 19 aprile 2012


Antenne Tv, monopoli e caos frequenze (anche in FM)



Tra i tanti fattori in gioco nella complessa partita delle comunicazioni digitali, televisione inclusa, c’è anche quello della distribuzione dei segnali.
I contenuti mediatici, per viaggiare hanno bisogno di antenne. Migliaia di ponti radio sparsi per la penisola. Strutture ad elevata tecnologia che oggi sono in mano a soli due operatori. Rai e Mediaset. La prima li gestisce attraverso Raiway. La seconda attraverso Elettronica industriale, che a sua volta lo scorso anno ha acquisito il controllo del terzo operatore di settore, Dmt. Un duopolio di fatto.


Per alcuni un monopolio, considerando gli intrecci tra politica e aziende del Biscione. In ogni caso un situazione di mercato a controllo ristretto. A suo tempo, a latere della vicenda dell’assegnazione delle frequenze tv, su questo fatto si sviluppò una polemica. Si sosteneva, tra l’altro, che Sky, concorrente di Rai e Mediaset, fosse scoraggiata a partecipare ad eventuali gare da questo duopolio in mani avverse. Mani concorrenti che potrebbero porre molti ostacoli allo sbarco tecnico del nemico Murdoch. Dai prezzi fissati per l’affitto delle antenne alla concessione delle stesse, che potrebbe essere negata.


C’è comunque un altro problema, la cattiva gestione delle frequenze, con anche sprechi energetici (consumi elettrici). Come in Fm, dove in una stessa città la stessa radio è ricevibile su più frequenze. Fatto all’estero inconcepibile. Un canale, pulito e protetto da interferenze altrui, basta e avanza. Discorso analogo per i multiplex televisivi: a Milano se ne contano 43, a Parigi 8, a Londra solo 6.
(Giampiero Bernardini, Avvenire 19 aprile 2012)

lunedì, marzo 26, 2012

FM: nuove stazioni in Tunisia


Ancora FM. Ecco un elenco, by Gunter Lorenz, inviato sulla lista FMDX_Italy, legata all'omonimo sito, di alcune nuove radio attive in Tunisia, che potremo ascoltare presto, con un po' di fortuna e buon propagazione, in tropo o in E sporadica. Gunter indica anche il sito (W) e lo streaming (S)

Nella capitale Tunisi:

Radio iFM, 100.6 MHz

Radio Kalima, 90.7 MHz

Radio Cap FM, 91.5 MHz + 105.9 MHz

Radio 6 Tunis, 97.2 MHz, una "radio libera"


Altre zone:
  
Oxygène FM, Bizerte, 90.0 MHz

Radio Sabra FM, Kairouan, 98.8 MHz

Radio Oasis FM, Gabès, 94.4 + 96.5 MHz

Gunter è l'ideatore di un sito fondamentale per chi si interessa di FM:  fmlist.org

giovedì, marzo 01, 2012

La RAI ha chiuso i 567 kHz di Budrio

Prosegue lo smantellamento delle onde medie da parte della Rai, che a mio avviso continua a smantellare anche se stessa. Buttando via un patrimonio incredibile. Sono stati chiusi i 567 kHz di Budrio. Ecco il comunicato reperibile sul sito RayWay

28/02/2012
RAI UNO IN ONDE MEDIE: DALLE 24:00 DI OGGI SI SPENGONO LE TRASMISSIONI DALL'IMPIANTO DI BUDRIO
Si informa l'utenza radiofonica che a partire dalle ore 24:00 del giorno 28 febbraio cesseranno le trasmissioni in onda media dall'impianto di Bologna Budrio freq. 567 kHz.
La programmazione RAI sarà comunque fruibile per l'utenza locale attraverso gli impianti in modulazione di frequenza (FM) che diffondono il servizio Radio Uno.



Un bell'articolo dedicato alla stazione RAI di Budrio lo potete trovare qui:


lunedì, febbraio 27, 2012

Gli 80 anni del BBC World Service




Il 29 febbraio il World Service della BBC compie 80 anni. E' il servizio di radiodiffusione più noto al mondo e anche quello più stimato in quanto a correttezza delle informazioni.

Maggiori dettagli sul blog Air-Radiorama


giovedì, febbraio 09, 2012

Una stazioncina radio che mi piace


Ecco una stazioncina come mi piacerebbe avere. Una cosa modesta, ma, come dire, ben congegnata. E' quella di George Ulm, W9EVT, simpatico OM statunitense in pensione, ma a quanto pare attivissimo dalla sua isoletta lacustre dove si è ritirato.

Andate sulle sue pagine QRZ.COM per vedere le altre immagini della sua stazione

Elogio della radiolina


Fischio d'inizio alle 15, la radiolina va in gol

Domenica 5 febbraio a causa del freddo e della neve le partite di campionato sono state giocate tutte insieme, senza appuntamento serale. Per un giorno si è rivissuta la magia del calcio che fu, senza la tv ma con la radio incollata all’orecchio. Un articolo sul Corriere della Sera racconta il “miracolo”


di Piergiorgio Lucioni

Tradimento. C'è tutto: la “radiolina”, il fischio d'inizio alle 15 - anzi: i fischi d'inizio, questa volta - i ricordi e quel retrogusto di sensazioni déjà vu che si può tradurre alla buona con una sola parola: nostalgia. Mancano solo loro: dove sono, dannazione, Bortoluzzi, Enrico Ameri, «a te studio», «vai Sandro» (Ciotti), «scusa devo intervenire». Dov'è, dannazione, Ezio Luzzi?
Ieri mancavano solo loro. E ieri, come 50, 40, 30, sì anche vent'anni fa, ecco a noi «Tutto il calcio minuto per minuto» nel suo splendore. Proprio tutto, per una volta e grazie al maltempo, come ce lo ricordavamo quando le giornate di campionato duravano 90 minuti e non i due-tre giorni imposti dalla bulimia di soldi e di audience televisiva. E allora via, “radiolina” e piedi buoni per vedere l'effetto che fa.
Nell'auricolare la stessa sigla e il perenne: «Gentili ascoltatori buon pomeriggio, i campi collegati sono nell'ordine...» e nelle orecchie il gelo della Milano che, se ancora è da bere, di questi tempi (meteorologici) sarebbe senz'altro on the rocks. «Buon pomeriggio dagli studi di Saxa Rubra».


Ma come, solo qualche Mazzola e Rivera fa, il «tacabanda» non arrivava dagli studi di corso Sempione? È l'unità dell'Italia calcistica. E allora, già che ci siamo, proviamo a camminare per via Borgonuovo, davanti al museo del Risorgimento. Auricolare in bella mostra per il giro dei campi: «Parte Torino, poi Milano, Firenze, Roma, Palermo, Verona, Novara, Lecce e poi studio.


Solo i risultati, vai Torino... a te Milano, qui Milano allo stadio Meazza di San Siro... vai Dotto. Qui Firenze, anche al Franchi... A te Roma. All'Olimpico il termometro segna... Grazie Delfino». Vai Cucchi, tre minuti: «Sì... qui Torino... un colpo di testa che ha impegnato severamente il portiere del Siena, ma la Juve non riesce a passare». Tutto come prima e più di prima. Un orecchio ad ascoltare e un occhio a vedere gli sguardi dei passanti, quelli dell'età giusta: «Ricordi, vero?»
Sì, soprattutto quando il viso cede al sussulto per il boato. «Quel boato», quello che irrompe in radiocronaca da un campo diverso e segnala che là qualcosa è successo. Ma là dove? Sono i secondi dell'attesa che il radiocronista - e il maledetto ci mette sempre troppo tempo - annunci che è stato segnato un gol. Della o contro la tua squadra? Sbrigati a dirlo, che il cuore accelera - in un lampo realizzi quante volte succedeva in passato -. Pochi secondi. Troppi secondi, ah la tv dove tutto vedi e tutto controlli. «Attenzione ci sarà un calcio di rigore per la Fiorentina».
Via la linea, via l'auricolare da pischello con iPod; meglio l'autoradio, con il finestrino abbassato al semaforo, ché magari qualcuno ti affianca e vuol sapere. E dall'Alfa non chiedono, ma vedi che aguzzano l'udito. «Mi dai la linea appena il Lecce si è divorato un gol». «Andiamo a Verona... Qui Verona».



«Linea a Milano, vai Repice. Qui Milano, clamoroso, espulso Ibrahimovic». Qui, invece, adesso c'è un bel parco Nord innevato. Gente che corre e padroni di cani, radio in bella vista stile 1960, l'anno della «Dolce vita», del boom della Fiat 600, di Psycho di Hitchcock e di «Romantica» di Tony Dallara. E del primo «Tutto il calcio minuto per minuto» che si congeda come da sempre: «A tutti coloro che ci hanno seguito, grazie per l'attenzione...».
«Scusi cosa ha fatto l'Inter?» «Ha perso 4-0». Il signore se ne va senza ringraziare. È proprio vero: non ci sono più le stagioni e i passanti di una volta.

(Corriere della Sera, 6 febbraio 2012)

martedì, febbraio 07, 2012

Jil FM, nuova emittente in Algeria


Ho potuto ascoltare nei giorni scorsi sui 531 e 549 kHz una nuova emittente Algerina, Jil FM, realizzata dal governo per il pubblico giovane. Su 94.7 MHz opera con 70 KW sulla costa e sicuramente questa estate l’ascolteremo in anche vie tropo o es. Ottima musica. Ecco due articoli che ne parlano.


Radio Algeria recently launched a new youth station. Jil FM started broadcasting at 09:00 on Sunday 15 January on 94.7 FM, in the centre and centre-south, on 531 kHz medium wave in the east and south-east and on 549 kHz medium wave in the west and south-west regions of the country. Jil FM will be providing its listeners with music, reports, debates, entertainment, comedy and news 24/7. Programming will comprise 65% national and international music, 20% programmes related to socio-professional youth issues, 10% culture and 5% news. The radio station, located at 12 rue Shakespeare (El Mouradia–Alger) will also be present on all social networking sites.

Da Medianetwork

di RAYAN NASSIM
"Jil FM" (génération FM), une nouvelle chaîne musicale de l'Entreprise nationale de radiodiffusion sonore (ENRS) destinée à la jeunesse, a commencé à émettre dimanche à 9h00. Le coup d'envoi de la diffusion des programmes cette chaîne a été donné par le ministre de la Communication, Nacer Mehal, le ministre de la Poste et des Technologies de l'information et de la communication, Moussa Benhamadi, le ministre de la Jeunesse et des Sports, El Hachemi Djiar, et le directeur de la Radio algérienne, Tewfik Khelladi. "Jil Morning", première émission diffusée sur les ondes de cette chaîne était l'occasion pour les ministres présents de se féliciter de ce nouveau-né de la Radio algérienne qui s'intéresse en premier lieu à la jeunesse. M. Mehal a émis le souhait de voir cette chaîne de radio répondre aux attentes des jeunes, soulignant qu'elle jouera un rôle important dans le domaine de la culture, 65% du temps d'antenne étant consacré à la musique (algérienne et étrangère).

Relevant que "Jil FM" va enrichir le champ médiatique, le ministre de la Communication a indiqué que le succès d'une radio c'est d'abord la qualité du contenu de ses programmes. "Cette nouvelle chaîne contribuera à la valorisation du patri moine musical algérien dans toutes ses variantes. Ceci n'empêche pas l'ouverture sur les autres cultures", a-t-il dit. Pour sa part, M. Djiar a indiqué que cette nouvelle chaîne de radio représentait un espace important pour la libre expression de la jeunesse algérienne et pour toutes les acteurs qui s'intéressent aux questions des jeunes dans différents domaines.

Pour M. Benhamadi, "Jil FM" est un acquis supplémentaire au service de la jeunesse. "Jil FM" pourra être captée sur 94.7 en modulation de fréquence (FM) dans le centre et dans le centre- sud du pays, et en ondes moyennes (OM) sur 531 kHz dans l'est et dans le sud-est du pays et sur 549 kHz (OM) pour les régions de l'Ouest et le Sud-Ouest. Les programmes de la nouvelle chaîne comportent de la musique, des reportages, des émissions-débats et de l'information. La musique (algérienne et étrangère) setaillera la part du lion avec 65 % du temps d'antenne. Les émissions liées aux questions socioprofessionnelles de la jeunesse représenteront 20% du temps d'antenne, la culture 10% et l'information 5%. "Jil FM", entièrement numérisée, émettra en H24, 7 jours sur 7, et sera présente sur l'ensemble des réseaux sociaux.

Da Le Midì Via PlayDX

venerdì, gennaio 13, 2012

Anche Radio Bulgaria via dalle onde corte

Abbiamo i ricevitori che abbiamo sempre sognato ma le onde corte si spopolano sempre più. Se ne va anche Radio Bulgaria
Email from Radio Bulgaria January 6, 2012.
"Dear Kraig,
This year the radio's budget has been seriously cut, and we will soon be facing some radical changes in our transmissions.
Shortwave broadcasts are to be ceased, and opportunities for satellite broadcasting and online programs are now explored.
We are under quite a lot of mostly negative pressure recently, as we fear they might lead to losing some of our most
regular and interested listeners, including you. But let's hope that things will change for the better!
Keep listening to our programs while we are still on the air on shortwave.
We will soon be sending all our listeners detailed info on what the future changes to our broadcasts will be.
Warm regards from sunny but cold Sofia,
Rossitsa
English Section, Radio Bulgaria"

Kraig, KG4LAC, Manassas, Virginia, USA via DXLD List